III Duchess of Cantershire

Kelly Cavendish

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Miscredenza

2025-06-11 21:34

Kelly Cavendish

Riflessioni,

Perché, in un mondo così miscredente, tutti vogliono credere in qualcosa, ma nessuno ci riesce? È negazione o lucidità disillusa? Perché pochi riescono a guardarsi dentro così bene, ma la maggior parte fugge da se stessi? Quanti “perché” che mi albergano dentro, quanta paura si insinua in ogni mio agire… Ma non è la paura di sbagliare che mi preoccupa — è un qualcosa che accetto anche facilmente — è la paura di fraintendere che mi terrorizza, di capire male gli altri, di morire nell’incertezza dei comportamenti altrui.



Anche io voglio credere? Sì, voglio così tanto credere. Un tempo era ciò che più ricercavo in una persona: volevo qualcuno che mi desse torto sulla mia visione del mondo, per poter credere che non fosse così brutto come lo vedevo io. La cosa divertente è che il mondo non è brutto o ingiusto: è semplicemente quello che è.



Volevo cambiarlo? Sì. Potevo? No. E ciò mi frustrava? Nemmeno.



Tante cose non sono come le vorremmo. L’accettazione passiva è contro la natura umana: lottiamo, ci arrabbiamo, ma alla fine non cambia mai nulla. È la nostra percezione a cambiare. Vorremmo vestire di ali dorate e aureole illuminate ogni schiena e ogni capo che incontriamo, per rendere manifesto al mondo il nostro senso di approvazione nel trasformismo, nella resa ai nostri ideali. Ma nessuno scende dalla croce per mutarsi alla nostra visione del mondo. Neppure io potevo.



Per questo desideravo credere: ci speravo così tanto, così intensamente. Ma riuscivo a vedere la verità silente delle conferme altrui nei miei pensieri disillusi. Nessuno poteva illuminarmi, ma nemmeno ottenebrarmi.



Così, nella notte, sognavo davvero — non di gioia o letizia, né di un più prospero divenire — sognavo di poter vedere le verità più intime che gli altri non vedevano in se stessi, per riuscire, finalmente, a trovare un animo che mi assomigliasse, in cui potessi riconoscermi e con cui poter parlare di come vedevamo il mondo, o di come non lo vedevamo allo stesso modo.



Ma il silenzio era l’unico parlare che usciva da ogni bocca. Era una tomba sulla mia filosofia.



III Duchess of Cantershire

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